Inconsapevolmente schiavi

incosapevolmente schiavi

Inconsapevolmente schiavi

Non fraintendete, non mi sto alludendo ad un’ipotesi di complotto in stile Nuovo Ordine Mondiale, nel quale un gruppo di malvagi magnati, assetati di potere assoluto ma soprattutto terribilmente annoiati, intendono spartirsi il controllo del globo e della sua popolazione, in modo furtivo e gradule, con la complicità di stati e governi; niente di tutto ciò, al contrario… prenderemo in esame qualcosa di (scientificamente) provato, un fenomeno che ci tocca molto da vicino, così vicino da spintonarci prepotentemente in una direzione o in un’altra, alla stregua di burattini costretti a muoversi al minimo sussulto delle leste mani del maestro burattinaio. E sapete qual è l’aspetto disarmante? Non c’è ne rendiamo conto…

Curiosi di conoscere l’identità di questo tiranno invisibile, che la maggior parte delle volte non fa altro che sabotarci?

È un “nemico” noto da sempre (negli altri), ma non per questo tenuto a bada (sempre che sia possibile). Sto parlando della Grana: il pre-giudizio o bias (in psicologia), lo potremmo definire un “giudizio sintetico a priori“, un impulso sistematico a deviare da un giudizio razionale basato su una conoscenza diretta e critica dei fatti, verso intuizioni illogiche che trovano fondamento negli stati emotivi più che in una rigorosa analisi degli elementi in possesso (spesso insufficienti, ma se anche si disponesse di tutti i pezzi del puzzle, dubito che ricostruire uno scenario in modo veritiero sia sempre un compito semplice, e poi c’è il fattore tempo…), e ciò porta ad un asserragliamento mentale che a suo volta conduce a (consolidare) conclusioni irrazionali  circa persone e situazioni. Finiamo col forgiare una personale visione della realtà, principalmente nella sua componente sociale, calibrata a seconda di come percepiamo le informazioni date e, oltretutto, siamo convinti (in buona fede si spera) che ciò rappresenti un’osservazione cristallina e fedele di essa.

L’imparzialità è un giusto e nobile proposito da prefissarsi, peccato che immancabilmente siamo sempre schierati da una parte, la nostra, quella dei nostri preconcetti anzi, e finché saranno i nostri pensieri a dominarci e non viceversa, stare sopra le parti (ancora di più quando siamo coinvolti in prima persona) e giudicare di conseguenza, sarà quasi un’utopia; ma mettiamo, con uno sforzo immane, ad assoggettare le nostre idee alla nostra volontà, non dovremmo illuderci di aver messo fine al conflitto una volta per tutte: i pensieri sono come rivoltosi in continuo subbuglio, che attendono il momento propizio (di debolezza da parte del regnante) per sovvertire la gerarchia del potere. Ed è impensabile un monitoraggio costante del flusso impetuoso di idee che inabita la nostra mente, possiamo cercare di arginare, controllare la corrente con dighe robuste e imponenti ma Madre Natura avrà sempre l’ultima parola in proposito…

Quanto esposto finora, fa da eco alle cause scatenanti dei tanti bias che ci portiamo incosapevolmente appresso nella vita di tutti i giorni:

  • Euristica: ovvero scorciatoie nell’elaborazione delle informazioni, che alleggeriscono il carico cognitivo nel prendere una decisione. il nostro cervello è programmato a prediligere soluzioni accettabili in tempi rapidi, anziché trovarne di ottimali con la dovuta calma. Siamo lazzaroni innati, non c’è niente da fare.
  • Esperienza individuale: “A me capitato questo, quindi deve essere così”.
  • Motivazioni di carattere emotivo e morale: nessuna sorpresa, più una faccenda è legata indissolubilmente al nostro profondo più siamo ciechi e perciò riluttanti a cambiare prospettiva.
  • Influenza sociale: scontato anche questo, molti pregiudizi sono riconducibili all’assorbimento o adattamento dei/ai modelli di pensiero vigenti nel nostro ambiente sociale e culturale.

Esiste un numero così elevato di bias, che può facilmente soffocare quella fievole fiducia nel genere umano a cui ci aggrappiamo speranzosamente e forse anche vanagloriosamente, ma basta essere pessimisti…

Ora soffermiamoci su un pregiudizio in particolare, uno tra i più diffusi, il bias di conferma: un’attitudine nel cercare, interpretare, favorire e richiamare alla memoria informazioni, in modo tale da (ri)confermare le proprie ipotesi o credenze; mentre si ridimensiona in maniera sproporzionata la  considerazione verso possibili alternative.

bias di conferma

Le persone mostrano questo preconcetto quando riuniscono o ricordano particolari in modo selettivo; inoltre, tendono a interpretare prove ambigue come supportanti le loro posizioni. Cerchiamo però di organizzare la cosa e andare un po’ nel  dettaglio…

Chi prima arriva meglio alloggia/Effetti sull’interpretazione

chi prima arriva meglio alloggia

Il proverbio non potrebbe essere più azzeccato. Non serve molto per condizionarci, il banale ordine al quale veniamo esposti alle idee è sufficiente a incidere sulla nostra valutazione finale, infatti diamo maggiore peso alle informazioni che appaiono per prime in una serie, pure quando la sequenza è irrilevante. Per dare un’idea, se descrivo una persona come: intelligente, laboriosa, impulsiva, critica, ostinata e invidiosa; è verosimile che venga formata un’immagine più positiva, che se avessi scelto di usare gli stessi aggettivi ma nell’ordine inverso.

Indagine sterile/Effetti sulla ricerca delle informazioni

indagine sterile

Convalidiamo le ipotesi in maniera faziosa, ricercando prove allineate con le nostre congetture. Piuttosto che esaminare tutte le evidenze rilevanti, formuliamo domande ad hoc per ricevere una risposta affermativa che supporti l’opinione attuale. Si cercano conclusioni da aspettarsi nel caso della veridicità delle proprie supposizioni, anziché cosa dovrebbe accadere se si fosse in errore. A tal punto non possiamo soffrire di aver torto….

Partial recall/Effetti sulla memoria

partial recall

Se basta un nonnulla presente per sviarci dalla retta via, ciò che riguarda il passato non può che essere soggetto a distorsioni magnitudinali. Anche se raccogliamo e interpretiamo dati in modo neutro, cosa già di per sé degna di onorificenza, resta comunque l’evenienza di una discriminazione dei ricordi, a favore di quelli che vanno a rinforzare le nostre previsioni; perché informazioni aderenti ad aspettative precedenti vengono immagazzinate e rievocate con più facilità di altre non conformi.

Si può affermare che il bias di conferma/dalla mia parte (che tanto dalla nostra parte non è) abbia un raggio d’azione pressoché totale, capace di malleare/corrompere la nostra vita: passata, presente e futura.

Spiegazioni

Pio desiderio – Quando un desiderio infetta una credenza

pensiero pio

Convinzioni vengono formate, scelte vengono fatte, in accordo a cosa potrebbe essere piacevole da immaginare e non appellandosi alle evidenze, alla razionalità o alla realtà. È un prodotto generato dallo scontro tra credo e anelito. In questo stato, pretendiamo una soglia rigorosa di prove per idee sgradevoli e un grado approssimativo di evidenza per idee predilette.

Analisi costi-benefici – Economia della mente

analisi costi-benefici

Abbiamo una mente imprenditoriale/aziendale, miriamo quanto meno al pareggio di bilancio (costi=ricavi); non testiamo ipotesi in modo distaccato, ma stimiamo il prezzo di differenti errori, non miriamo primariamente alla verità, ma cerchiamo di evitare gli sbagli più “salati”.

Conseguenze

La polarizzazione delle opinioni – Un punto di non ritorno

polarizzazione delle opinioni

Il disaccordo fra diverse parti diventa estremo, inconciliabile, nonostante siano esposti alle stesse evidenze. Questo poiché ogni qualvolta abbiamo di fronte prove che vanno contro le nostre convinzioni, le rigettiamo e diventiamo ancora più accaniti nel difendere il nostro punto di vista.

Perseveranza delle convinzioni – Un malinteso è per sempre

perseveranza delle convinzioni

Abbiamo aperto finalmente gli occhi, abbiamo accettato/compreso do aver preso un abbaglio bello e buono ma non è mica finita qui… Gli avanzi indigesti di credenza passate tornano a farsi sentire; tendiamo infatti a dare credito a precedenti informazioni sbagliate, anche quando sono state corrette (da noi stessi)! Quindi questa disinformazione può ancora influenzare le nostre inferenze…

Collegamenti inesistenti – Un quadrato per un cerchio

collegamenti inesistenti

Un risvolto che può essere innocuo ma anche catastrofico, è sufficiente percepire un’associazione illusoria tra due eventi o situazioni.

Adesso provate ad immaginare le conseguenze delle conseguenze:

  • Estremismo politico incapace di pensare al bene comune;
  • Sentenze ingiuste che possono compromettere una vita intera;
  • Guerre e massacri perpetrati senza troppi riguardi;
  • L’estinzione umana?

Ok, forse l’ultima voce è un’esagerazione, ma questo elenco, che potrebbe dilungarsi a dismisura, fa riflettere…

Alla fine, il nostro più grande nemico non è da trovarsi fuori di noi ma bensì dentro di noi: il signore è il servo, la piaga più grande dell’umanità è l’umanità stessa.

Gioite, ora siete consapevolmente schiavi.

 

Fonte: Wikipedia, l’enciclopedia libera

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