Realtà o simulazione?

Realtà o simulazione

Realtà o simulazione?

Altro che il genio maligno cartesiano, che ci inganna costantemente circa le nostre esperienze, ora si comincia seriamente a prendere in considerazione la possibilità, a quanto pare non così remota, che l’intera realtà, quindi noi compresi, sia una simulazione digitale, un “The Sims” iper-realistico, anzi reale…

the sims

Ma come si fa a formulare e sostenere una tesi a prima vista così peregrina? Siamo forse un fascio di codici, di numeri, di dati?

codici, numeri e dati

Eppure il mondo è tangibile, siamo fatti di carne e ossa, di sangue; con i sensi percepiamo distintamente: immagini, suoni, odori, consistenze, il caldo e il freddo; proviamo dolore, piacere; abbiamo sentimenti, pensieri, una coscienza; siamo reali, vero? Ma forse questo è insufficiente: dopotutto, i personaggi di un videogioco, di un romanzo o di un film non si accorgono di risiedere in una dimensione fittizia, di essere loro stessi una finzione, ma “vivono” in ciò che reputano (spontaneamente) la sola e unica realtà.

Messa in questa luce, l’idea, di essere il frutto di una simulazione, qualche punto in suo favore lo guadagna, almeno per me. Poi bisogna contare anche il fatto che, di anno in anno, gli avanzamenti tecnologici ci stanno dando sempre maggiormente prova di questa eventualità. Prendete i visori oculus rift di realtà virtuale, guardate il livello di dettaglio e realismo grafico che hanno raggiunto attualmente i videogiochi, di questo passo, fra una decina di anni, chissà dove arriveremo…

Ah, scordavo, noi stessi, adesso, siamo capaci, e lo abbiamo già fatto, di creare delle simulazioni. Certamente ancora approssimative, imperfette, ma come ho detto, con il giusto tempo… Ed è proprio sul fattore tempo, che si basa la convinzione di alcuni ricercatori e scienziati sulla plausibilità di questa teoria della realtà simulata: in futuro, l’uomo sarà talmente progredito scientificamente e tecnologicamente parlando, da creare con un schiocco di dita simulazioni di interi universi. Quanto al motivo che si potrebbe celare dietro a questa presunta montatura, si va di una forma di svago (?) a uno strumento di studio. Comunque sia, la cosa interessante non è tanto accertare se è vero che ci troviamo in una simulazione, piuttosto analizzare le implicazioni che deriverebbero dalla verità di questa asserzione…

Prendiamo per buona questa visione: sapendo di non essere entità reali, ma simulate, al massimo delle copie virtuali di entità una volta effettivamente sussistenti, in che modo muturebbbe la concezione che abbiamo di noi stessi come esseri umani, cosa dire poi del corredo dei nostri valori culturali, religiosi e morali? Guarderemmo la vita (e la morte) con occhi rinati? Decideremmo di condurre la nostra esistenza differentemente?

Domande legittime e stimolanti, a cui però, personalmente, non sono in grado di dare una risposta; tuttavia, posso immaginare una o due cose.

Inizialmente ne saremmo molto colpiti e lì  per lì credo partirebbe la cantilena lamentosa del: “Non potevano prendersi la briga di programmarmi…(segue lista di desideri/aspirazioni)”; ma ben presto gli animi si placherebbero, faremmo spallucce di rassegnazione e torneremmo alla vita di sempre… ma aspetta un secondo, programmare… sicuro! Se la realtà è davvero una simulazione, allora niente ci vieta di manometterla, hackerarla, riprogrammarla a nostro uso e consumo; in tal caso, prenderemmo in mano il nostro destino, come mai in precedenza: diventeremmo Dio, un parametro modificato e un comando eseguito alla volta. Sempre ammesso e non concesso che sia per noi fattibile una tale impresa: avete mai visto un personaggio dei fumetti ribellarsi contro quanto imposto dall’autore/disegnatore, prendere il controllo del suo mondo di carta e inchiostro? Io no di certo…

Bene o male, come già accenato prima, venire a conoscenza di non essere propriamente viventi, a parte una passeggera crisi esistenziale, non penso avrà chissà quali ricadute rivoluzionarie sulle nostre vite; il dibattito filosofico s’infiammerà, la religione avrà una bella gatta da pelare, ma per noi, gente comune, nulla cambierà: il sole, anche se digitale, continuerà a sorgere e noialtri ad alzarci malvolentieri dal letto per affrontare una nuova giornata.

Mi rendo conto, però, che una simile liquidazione sommaria può risultare affatto non digeribile: se io non sono reale, le mie azioni non sono dunque reali, i miei pensieri non sono pertanto reali, i miei sentimenti non sono cioè reali. Che senso ha una vita non reale? Non so. Ma sarebbe tanto terribile vivere in un’illusione così impeccabile da non sembrare un’illusione?

Ha importanza, se l’amore dirompente e incandescente che avvertiamo nei nostri cuori, se gli attimi in cui il nostro spirito s’illumina e si purifica di felicità, se quel balsamo rappresentato dal bene che dispensiamo verso il prossimo, se tutto questo non è altro che una sequenza di 0 e 1, sintantoché ne sentiamo e ne vediamo l’immensa e grandiosa influenza positiva esercitata sulle nostre vite?

amore, felicità e bene

Lo so, sono un’irrimediabile sentimentalista, ma che ci posso fare…

 

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3 thoughts on “Realtà o simulazione?

  1. Demetrio ha detto:

    La questione non è di convincersi se siamo in una simulazione oppure no. Prendiamo in considerazione la materia che ci compone compresa il restante, essa è completamente vuota. Il campo magnetico dell’elettrone ci crea illusione che sia piena, solo per questo motivo qui è compressibile il controllo programmato/simulato di questa realtà fitizia. Sofisticate tecnologie in mano a intelligenze supreme possono benissimo programmare e controllare energia che ci compone, quindi diventa automaticamente un gioco per loro, e un inganno per noi.

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  2. Demetrio ha detto:

    Un gioco di piacere e di potere…

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