Archivi tag: bambù

Brucia mio cosmo…

 

Brucia mio cosmo...

Brucia mio cosmo…

Ardi fino ai limiti estremi della costellazione! FULMINE DI PEGASUUUS!!!

Faccio conto che il richiamo citato sia immancabilmente e immediatamente conosciuto ai più (in caso contrario, avete avuto un’infanzia manchevole…), d’altra parte, stiamo parlando di quell’indiscusso gioiello del doppiaggio italiano che porta il nome di “I Cavalieri dello zodiaco“. Un lavoro eccelso; una di quelle rarissime occasioni in cui l’adattamento sorpassa l’originale.

I Cavalieri dello zodiaco

Dialoghi aulici (si pensi alla saga delle dodici case), mamma mia, che delle volte sfiorano delle vette, ma delle vette di poeticità, che al solo pensiero… Sul serio, chiudendo gli occhi potremmo essere indotti a credere di udire il discorrere di personaggi di un poema epico, piuttosto che di quello di un cartone animato. Ma l’eloquio è solo una parte dell’equazione, perché le parole più belle del mondo non sono niente, se non veicolate dal corrispettivo trasporto emotivo, e in Saint Seiya (nome originale dell’opera) giustappunto troviamo un’interpretazione carica di pathos, all’altezza del registro linguistico.

Saga delle dodici case

Va bene, fatta la necessaria lode, veniamo al sodo di questa nostalgica reminiscenza. Trovo che I Cavalieri dello zodiaco ci possano insegnare o almeno ribadire due grandi lezioni di vita, l’una il combustibile dell’altra.

Rialzarsi sempre

Se avete visto la seria animata, vi ricorderete anche fin troppo bene l’assurda dose di mazzate cosmiche a cui i nostri cavalieri di bronzo venivano sottoposti nel corso delle loro peripezie, uno su tutti Pegasus (non che i compagni fossero da meno, ma la sua figura è troppo iconica), cavaliere della costellazione del mitico destriero alato, da cui il nome. Potevano scagliargli  addosso l’intero repertorio di attacchi speciali/finali previsti dal fantastico universo narrativo del manga; fa “nulla”: egli traballante e vacillante, con il corpo martoriato, devastato, sputando sangue a fiotti e con gli occhi spenti di un pesce esposto in pescheria, si imponeva, dico, a ogni duro e ricorrente bacio al pavimento, la posizione eretta.

Dove risieda la vera forza

L’impressione era di vedere un’inerme bambola di pezza venire brutalmente strapazzata: una successione di percosse che appariva interminabile, tale da sfiancare lo spettatore stesso. Il nemico, esplicitamente superiore in qualsiasi aspetto, passava dall’essere seccato, da quella ostinata resistenza, all’esserne completamente terrorizzato: “Come diavolo riesce a reggersi ancora in piedi? È moribondo. Da dove viene questa forza? È solo un infimo cavaliere di bronzo (ultimo nell’ordinamento di potenza, dopo oro e argento). Cosa lo spinge a sobbarcarsi e a sopportare questa valle di dolore, a rischiare la vita stessa? Non ha alcun senso.”; questi gli interrogativi che affliggono il cattivo. Ma il nostro eroe non ne fa assolutamente mistero. A Ogni colpo ricevuto, letale abbastanza da condurlo sempre più vicino alle porte dell’Ade, Pegasus esorta sé stesso, per quanto ben oltre lo stremo delle sue forze, a rialzarsi, a lottare, a vincere, non per sé, ma per la libertà, per la giustizia, per l’umanità, per il bene: per la dea Atena/Lady Isabel!

Brucia mio cosmo, ardi fino ai limiti estremi della costellazione! FULMINE DI PEGASUUUS!!!

I Cavalieri dello zodiaco ci ispirano a non cedere alle intemperie della vita, ma di raddrizzarci, come canne di bambù, dopo ogni sollecitazione; e questa tenacia, può essere maggiormente conseguita e attinta se si è in possesso di una profonda e viscerale ragione di vita, sia essa l’amore verso una persona o sia essa il preservamento/perseguimento  di un ideale: la forza ricavata dalla fonte “per me”, ti può portare soltanto fino a un certo punto, è limitata; la forza, invece, derivante dalla sorgente ” per….”, ti può portare fino ai limiti estremi e oltre, è infinita.

Per Atena

 

Contrassegnato da tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,