Elogio alla mia esistenza
No, non siete testimoni di un subitaneo accesso di impudente e borioso narcisismo. Per carità, il mondo può fare anche a meno della mia presenza; infatti questo elogio, alla mia esistenza, va interpretato in tutt’altro modo. É una presa di coscienza che dovrebbe investire, con la sua potenza e meraviglia, ognuno di noi.
Il fatto di esistere, di esserci, ci è così dato, così cooriginario, da velare quanto eccezionale sia autenticamente. Siamo stati gettati nel mondo dal ventre di nostra madre, ma questo poteva benissimo non verificarsi… provate solo un attimo a immaginare l’infinità di condizioni che si sono rese necessarie al nostro avvento (e quanto poteva andare storto!): un preciso spermatozoo ha fecondato l’ovulo, la “gara” poteva essere vinta da milioni di altri contendenti; si è consumato un rapporto il tale giorno alla tale ora, avrebbero potuto dedicarsi ad altre attività d’intrattenimento; i nostri genitori si sono incontrati, hanno deciso di attaccare bottone e si sono piaciuti, i loro sentieri potevano facilmente non incrociarsi mai, incrociarsi e basta, oppure provare indifferenza o addirittura ribrezzo reciproco. Tutto questo più il fatto che, in primo luogo, ovviamente, sono dovuti nascere a loro volta e questo, s’intende, ha comportato la soddisfazione di un egual numero di condizioni.
Siamo davanti a una vertiginosa catena causale che ripercorre le generazioni, i secoli, le ere e non comprende solamente l’intera storia dell’uomo, ma anche gli arbori della vita stessa e la creazione dell’universo a opera del Big Bang.
Ebbene sì, ci è voluto un “Big Bang” di fortuite coincidenze perché noi tutti potessimo esistere…
Un vero e proprio miracolo!
E se ciò non merita un doveroso, solenne e sincero elogio da parte nostra… allora, non saprei veramente cos’altro…