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Quando qualcuno ti dice che qualcosa non va, spesso ha ragione. Quando qualcuno ti dice come aggiustare le cose, spesso ha torto.

Kevin Kelly

Da tenere in mente

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Ho fatto una “scoperta”, di recente. Per decenni ho ripetuto ignaro lo stesso errore, giorno dopo giorno. Quale? Una sciocchezza davvero: anziché asciugarmi il capo coll’asciugamano asciutto, lo adoperavo inumidito (e, non per niente, il mio viso finiva per essere temporaneamente imperlato da gocce d’acqua colanti). Certo, certo, questo aneddoto attesta in maniera a dir poco eclatante quanta poca intelligenza pratica io possegga, ma non è su di ciò che ho intenzione di soffermarmi, per quanto la lunga lista di gaffe da parte mia potrebbe, non ne dubito, divertire più di uno…

E così ho sfiorato la funesta prospettiva di passare una vita intera senza mai realmente asciugarmi i capelli. Ma sì, dai, nulla di serio, no? Difficilmente, tuttavia, potrei evitare di trarne la seguente conclusione: È altamente probabile che io non ne combini una giusta. Diciamocelo, quanto sicuri vi sentireste circa il buon andamento delle cose, quanta fiducia porreste nel vostro giudizio, se fino a poco tempo addietro nemmeno utilizzavate correttamente un dannato asciugamano? Fa riflettere. Evidentemente, se mi accingessi a mettere sotto lente inquisitrice ogni aspetto della mia vita, dai semplici gesti che compongono la mia quotidianità alle decisioni cruciali che avranno un significativo se non determinante impatto sul mio futuro, molto andrebbe rivisto!

Non dovrei meravigliarmi poi più di tanto: è perfettamente logico che ci siano maggiori possibilità di sbagliare che non il contrario, dal momento che, di norma, il margine di “correttezza” non è proprio ampio. Ciò nonostante, è quanto mai singolare la sensazione, devo ammetterlo, derivante dal soppesare l’eventualità di una vita completamente (o quasi) “sbagliata”…

Una cosa è certa. Se prima ero un utilizzatore estremamente oculato del termine certezza, adesso è certo che certezza non ha più posto nel mio vocabolario. Chi avrebbe mai potuto concepire che sarebbe stato un asciugamano a instillarmi un dubbio esistenziale e con sé una rinnovata consapevolezza su quanto nella vita sia importante non dare niente per scontato o certo? Life is really hard and very strange.

Asciugamano

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Ma voi uomini, esclamai, quando parlate di qualche cosa, dovete sempre dire: è pazza, è savia, è buona, è cattiva! E questo che significa? Avete voi, che dite così, indagato i moventi interni di un’azione? Sapete scoprirne con certezza le cause, e capire perché è avvenuta e perché doveva accadere?

Johann Wolfgang von Goethe – I dolori del giovane Werther

Il giudizio degli uomini

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Moral Machine

Moral Machine

Moral Machine

Falciare o essere falciati? Animali o persone? Uomini o donne? Bambini o vecchi? Senzatetto o dirigenti d’azienda? Palestrati o pingui?

Decisione di vita e di morte

Alle macchine servono delle risposte (morali): dobbiamo decidere, ora. 

Siamo partiti della acri e assordanti fabbriche industriali, e lì ci siamo risparmiati la gravosa incombenza, l’automazione non richiedeva di essere morale. Più recentemente, l’automazione si è fatto largo nelle nostre dimore, sotto le spoglie di comodi alleati nelle faccende domestiche, ma, idem, il problema non si è posto: il robot aspirapolvere non ha un granché bisogno di comandamenti morali che lo guidino nell’eterna lotta contro la polvere e lo sporco… ma che dire della circolazione su strada delle quattro ruote? Evidentemente un altro paio di maniche…

Le scuole guida non faranno di certo i salti di gioia, però il panorama che va delineandosi è indiscutibile: il futuro delle auto è la guida automatica; la vera automobile. Sederci, fornire la destinazione, fine degli obblighi (do per scontato che le cinture di sicurezza si allaccino a noi). Non sarà più guidare ma essere guidati. Quel futuro si è già in parte realizzato – si pensi alla Tesla – , ma prima che il mondo sia popolato di scorrazzanti auto che si guidano di sole, dobbiamo essere noi a decidere chi deve scamparla e chi invece deve restarci secco…

Ci tocca stabilire una sentenza ex ante di vita e di morte.

Perché mai? Perché anche con il sistema di guida più affidabile e intelligente che ci sia, purtroppo, si verificheranno sempre delle situazioni impreviste, ingovernabili, dall’esito comunque infausto e doloroso, indipendentemente dal corso d’azione che verrà preso…

E qui entrano in gioco progetti quali Moral Machine, piattaforma web creata da ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) con lo scopo di raccogliere l’opinione della gente a riguardo delle decisioni che le macchine del domani dovranno adottare in disparati scenari (dilemmi morali). Non so se le informazioni ottenute saranno poi in qualche grado implementate o utilizzate come riferimento dagli ingegneri e programmatori di autovetture a pilota automatico, se non altro, è interessante scoprire dove verte l’ago del giudizio popolare (e il nostro) in merito a questioni del genere; invito chiunque a provare il “gioco”: giudicate, per ogni caso, la scelta che per voi conduce al risultato più accettabile!

Scenari per auto che si guidano da sole

ps: I miei risultati —-> http://moralmachine.mit.edu/results/1408024991

 

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