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Arte delle Muse
Il mito vuole che il Titano Prometeo, per compassione, abbia sottratto a Zeus il fuoco dell’ingegno per donarlo a noi uomini (altrimenti privi di una qualità distintiva). Bene, a mio avviso, meglio, a mio sentire, la musica è anch’essa annoverabile tra i doni divini.
Prodigioso. Vibrazioni, minute vibrazioni di molecole d’aria, ma che nondimeno possono originare prorompenti uragani interiori.
Sembra in qualche modo riduttivo parlare di onde sonore che fanno oscillare una membrana posta nell’orecchio… ad ascoltare certa musica (soprattutto strumentale, classica), ho più l’impressione che a “oscillare” sia bensì ogni fibra della mia carne… sei lì, placido, sgombro; è di colpo sei ricolmo, straripante: un turbinio indistinto e irrefrenabile di viscerali sensazioni corporee, emozioni e sentimenti ribollenti, ricordi distanti e immagini nitide: ti senti scoppiare e non te lo sai proprio spiegare…
Che talune frequenze, tonalità, combinazioni di frequenze e tonalità sonore, siano in risonanza con le corde più recondite del nostro essere, e che pertanto le facciano risuonare? Una cosa è assodata: certa musica trasmette quello che le imperfette e modeste parole possono solamente sognare di trasmettere; in un certo senso, il linguaggio parlato è una forma indebolita di musica, un suo imbarbarimento…
Non per niente, la lingua è un fatto locale, mentre la musica, – che di norma viene celebrata per la sua dote di abbattitrice delle barriere culturali e di unificatrice dei popoli – , globale (addirittura “inter-speciale”, dato che pure piante e animali non appaiono indifferenti).
La musica deve essere portatrice di un qualcosa, di un’energia primordiale, elementare…
Un dono divino.