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Esiste l’inconcepibile?

Esiste l'inconcepibile?

Esiste l’inconcepibile?

Con inconcepibile intendo l’accezione: che oltrepassa la possibilità del pensiero umano* Omettendo il gioco linguistico e falso paradosso del “come si può dare una definizione di inconcepibile, se per definizione l’inconcepibile non può essere concepito, cioè pensato, dalla mente umana*?”, esisterà realmente un qualche cosa di cui ci è impossibile formare un pensiero, un’idea, un concetto?

 I candidati di riflesso più promettenti “Nulla”, “Eternità” e “Infinito” deludono le aspettative…

Mettendo da parte se la morte è la portatrice del nulla definitivo o meno, se il tempo è eterno o meno e se l’universo è infinito o meno, posso comunque sia formarmi un contenuto mentale, una concezione che sta rispettivamente per “Nulla”(l’assenza di ogni cosa), “Eternità”(il tempo universale) e “Infinito”(lo spazio cosmico): sono pensabili; forse non saranno da noi mai capibili in tutta la loro portata ed estensione epistemologica/ontologica, ma sono quantomeno pur sempre concepibili dalla mente umana…

Siamo a prova di bomba.

L’unico limite è costituito dalla reperibilità di dati e informazioni, ma teoricamente il nostro pensiero non dovrebbe possedere dei punti ciechi.

Però, a pensarci bene, il fatto che non si riesca a individuare l’inconcepibile, non è testimonianza conclusiva che ne depenna la sua possibilità ed esistenza, viceversa potrebbe benissimo essere evidenza del contrario… chissà…

 

ps: Se qualcuno è sorpreso dalla mancanza di “Dio”, be’ non dovrebbe esserlo affatto, considerando quanto di “Dio” è stato concepito nei millenni.

*1: Il Sabatini Coletti

*2: Enciclopedia Treccani

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Tutto al mondo finisce in cose da nulla, e un uomo che, per volere altrui, ma senza un’intima passione, una personale necessità, si affanna dietro al denaro, l’onore o altro, sarà sempre un pazzo.

Johann Wolfgang von Goethe – I dolori del giovane Werther

Pazzo

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Perché c’è qualcosa anziché niente?

Perché c'è qualcosa anziché il niente

Perché c’è qualcosa anziché niente?

Sia chiaro, non mi lamento minimamente  della situazione: che noia sarebbe, se fosse il “niente” a imperare incontrastato? Su questo punto dovremmo andare tutti a braccetto, ma il punto interrogativo rimane: perché le cose stanno così? Avverto che la risposta “perché Dio la voluto” non mi soddisfa; uno poiché non sono religioso, due perché l’articolo risulterebbe fin troppo stringato, anche per i miei standard…

Generare (qualcosa) richiede attività, energia, è un processo, e i processi si articolano in singoli stadi che necessitano ognuno il soddisfacimento di specifiche condizioni materiali, della giusta dose di interazioni con dei “qualcosa”, affinché un qualcosa possa emergere. Perciò mi domando: non sarebbe più semplice, comodo, probabile, la non-generazione, l’inesistenza, il Niente? Ma ecco la Realtà, con tutta la sua inafferrabile e stupefacente complessità; che lo sconquasso che è stato il Big Bang fosse un accadimento intrinsecamente  cogente al tessuto costitutivo della Realtà?

La Natura sembra affetta da horror vacui, ancora meglio, da un’insanabile horror nihil (e per fortuna!). La scienza ha rivelato come lo spazio, e ciò comprende anche il siderale vuoto cosmico, non importa quanto deserto e desolato in apparenza si presenti (potremmo pure, ipoteticamente parlando, svuotarlo di ogni elemento, fino al livello subatomico), non è mai effettivamente vuoto: ogni istante, dal “niente”, si materializza un calderone quantistico di quasi impercettibili particelle e anti-particelle che, con la stessa fulminea velocità con cui vengono a esistere, si annichiliscono scontrandosi a vicenda, rilasciando un lampo di energia; che a quanto pare può scaturire nella creazione di un universo…

Tutto sommato non c’è da stupirsi… l’Essere devo con tutte le sue forze aborrire e ostracizzare il Niente, ne va della sua stessa esistenza. Ma se al Niente non è concesso di esistere, di conseguenza la morte non…!?

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